La passione per lo sport può vincere anche i periodi più bui: la VIGOR ne ha la prova!

La passione per lo sport può vincere anche i periodi più bui: la VIGOR ne ha la prova!

Raffaele, Omar, Tommaso e Mattia

EL) Ai vostri posti, pronti…STOP. Una parola tanto inaspettata quanto poco gradita anche da parte di tutto il mondo sportivo, dell’atletica e della nostra cara società VIGOR. In questo periodo in cui la salute della collettività ricopre il ruolo più importante, anche nel nostro piccolo siamo stati colpiti, la nostra quotidianità sportiva è stata rivoluzionata e le nostre relazioni sociali sono quasi completamente svanite. Proprio in febbraio si era conclusa una stagione invernale eccellente, coronata dall’ennesimo titolo nazionale della nostra cavalletta Irene Pusterla, la quale si era messa al collo l’oro nel salto in lungo al coperto. Forse lei, più di tutti, guardava con grande ambizione a questo 2020, l’anno olimpico, l’anno dei Campionati Europei di Parigi e l’anno che avrebbe visto il ritorno in Ticino dei Campionati Svizzeri assoluti, esattamente un decennio dopo l’ultima edizione di Lugano 2010, manifestazione in cui proprio Irene diventava la primatista nazionale infrangendo per la prima volta, grazie a un miglior balzo di 6,76m, quel record svizzero che resisteva da quasi 40 anni. Sogni e ambizioni di grandi e piccini che al momento sono stati spazzati via da questo virus, che ha portato con sé un’inimmaginabile incertezza, ma che ci ha anche fornito l’occasione per riflettere su noi stessi e sulle nostre priorità. Nelle prossime righe emergeranno alcune considerazioni di atlete e atleti, allenatori e allenatrici di diverse età e categorie.

Andrea Salvadè

L’allenatore del gruppo competizione Andrea Salvadè: “La situazione di pandemia COVID, ci ha messi di fronte a una necessaria subitanea analisi e messa in campo di misure d’allenamento con l’obiettivo primo di garanzia della salute degli atleti e parallelamente la necessità, soprattutto per gli atleti con prospettive internazionali e nazionali a livello assoluto e giovanile di continuare gli allenamenti ricorrendo a ogni possibile forma alternativa per rapporto al piano d’azione usuale. Ciò significa passare da una situazione d’allenamento conosciuta e sperimentata a una forma tutta da reinventare uscendo dal seminato, con l’obiettivo primo di raggiungere tutti gli obiettivi intermedi prefissati. Dopo quasi tre mesi d’allenamento in “formula COVID” posso affermare con grande soddisfazione che tutti gli atleti, da quelli più affermati a quelli più giovani, hanno risposto benissimo alla nuova situazione e agli stimoli d’allenamento proposti. Una delle difficoltà maggiori è stata per gli allenatori quella della gestione negli atleti del disorientamento iniziale, A questa sono seguite quelle ancora più complicate del mantenere alta la motivazione per sostenere importanti carichi allenandosi individualmente a cui si aggiunge l’assenza nel presente e in corta prospettiva di competizioni importanti. Insomma, nel momento della difficoltà ci si trova davanti a un bivio: abbiamo scelto la via più complicata, quella dell’affrontare fin dal primo giorno la situazione cercando le migliori soluzioni. Quella via che ancora una volta ci ha insegnato che nella vita e nello sport non bisogna mai demordere e mai mollare. Le risposte dei nostri atleti sono state molto positive. Per certi versi addirittura stupefacenti, osservando una intensità ancora maggiore e un incremento delle sedute di allenamento. Si forgia il carattere. Esercizio riuscito. Un grazie particolare a tutti per le emozioni regalate in questo difficile periodo”.

Irene Pusterla: “La preoccupazione maggiore è stata naturalmente per la situazione drammatica con la quale ci si è dovuti confrontare. Per quanto riguarda l’atletica mi sono ritrovata improvvisamente senza quelle certezze che in tanti anni di esperienza mi hanno sostenuta psicologicamente e dato sicurezza: senza una preparazione mirata nelle strutture sportive di cui ho sempre potuto beneficiare e senza un calendario gare ben definito e con obiettivi chiari, non è certo stato facile mantenere la motivazione e ho dovuto imparare a trovare soddisfazione e ambizione giorno dopo giorno nella speranza di poter tornare presto in pedana”.

Diego Romelli

Daniele e Diego Romelli: “Per noi che abitiamo in Italia la situazione è stata anche più complicata poiché per quasi due mesi non abbiamo potuto uscire di casa e men che meno oltrepassare il confine, privandoci della possibilità di allenarci regolarmente sui terreni abituali con i nostri compagni. Questo non ci ha fatto disperare e ci siamo adattati alla situazione usando il rullo per la bici e facendo un po’ di esercizi e corsette nel giardino di casa dato che erano le uniche possibilità per tenersi in movimento. L’assenza di allenamenti e gare ci ha fatto capire quanto la corsa, ma anche lo sport in generale, sia parte della nostra quotidianità e di quanto possiamo risentire della sua mancanza. Fortunatamente ora è possibile uscire tornando a fare qualche chilometro per una ripresa graduale in attesa di tornare sulle strade d’oltreconfine che hanno da sempre contrassegnato i nostri allenamenti. Il messaggio della quarantena? Sapersi reinventare sempre, adattandosi e imparando ad aspettare!”.

Daniele Romelli

Jacopo Pintonello: “Purtroppo questo periodo ci ha costretti ha trascorrere molto tempo a casa senza vedere nessuno e di conseguenza ci siamo dovuti adattare alla situazione, allenandoci da soli o in modo alternativo. Durante questi allenamenti si sentiva la mancanza dei compagni pronti ad incitarti, di quelli che cercano sempre di motivarti a fare meglio e con i quali si soffre assieme a causa degli allenamenti faticosi. Personalmente ciò che mi è mancato di più è la compagnia e l’ambiente che normalmente si crea durante gli allenamenti. Nel frattempo aspetto impazientemente che tutto torni alla normalità per poter rivedere tutti i miei compagni e per poterci allenare nuovamente insieme”.

Marta, Giulia, Sara e Margherita

L’allenatrice del gruppo giovani Marta Odun-Salvadè: “I ragazzi con una buona motivazione si sono allenati ugualmente in forma individuale seguendo le indicazioni che settimanalmente venivano loro assegnate. Essendo abituati a correre in gruppo, una delle difficoltà maggiori è stata quella di allenarsi da soli; se da una parte si sono sentiti un po’ smarriti, dall’altra parte credo gli abbia fatto bene, permettendo loro di concentrarsi maggiormente sulle proprie sensazioni ascoltando il proprio corpo. Spesso a questa età il confronto diretto con i propri compagni è molto sentito e credo che ciò impedisca ai ragazzi di dare spazio ai segnali che il proprio corpo trasmette. Sicuramente la competizione è lo stimolo maggiore per la quale i ragazzi si allenano, senza le gare verrebbe meno la motivazione e la voglia di faticare, per cui penso proprio che non vedano l’ora di poter tornare in pista. Questa astinenza dalle competizioni consentirà loro di tornare alle gare con rinnovato entusiasmo consapevoli che non è tutto ovvio e scontato come lo era prima della pandemia, ma cercando veramente di apprezzarne ogni singolo momento!”

Sara e Giulia Salvadè: “Riuscire a trovare la motivazione per allenarsi in questo periodo non è evidente e si sente molto l’assenza del gruppo e delle competizioni, che rappresentano l’obiettivo principale per tutti gli atleti. Uno degli aspetti positivi è stato che abbiamo potuto incrementare il numero di allenamenti, anche se a volte abbiamo erroneamente pensato che tutti gli sforzi si stessero facendo inutilmente, anche se ci rendiamo conto che non è così. Questo periodo ci ha fatto capire quanto lo sport sia importante per noi, quanto ci aiuti a svagare dalla quotidianità e come rappresenti un importante punto di ritrovo non solo tra compagni, ma tra amici. L’allenamento individuale è molto meno motivante, non si hanno gli stessi stimoli che si avrebbero all’interno del gruppo e ci è dispiaciuto molto non poter prendere parte al campo d’allenamento in Portogallo di Pasqua, ma attendiamo ansiosamente di tornare a gareggiare e a condividere i bei momenti in società”.

Margherita Croci Torti: “In questo periodo mi sono sempre allenata da sola andando nel bosco o correndo vicino a casa eseguendo tutti gli allenamenti che mi vanivano forniti dall’allenatrice Marta. Senza il mio gruppo non era però la stessa cosa: mi mancano molto gli allenamenti collettivi e le gare sinonimi di stimolo e ambizione. Spero che questo periodo finisca molto presto e che potremo ritornare ad allenarci tutti insieme.”

Sabina e Alexis

Sabina Rapelli e Alexis Charrier: “Questa situazione ci ha dapprima destabilizzato, soprattutto perché per la nostra disciplina, la swimrun, eravamo abituati ad alternare l’allenamento di corsa con le sedute in piscina. A causa della chiusura degli impianti e nell’attesa di temperature più calde per immergerci nel lago, ci siamo potuti concentrare sulla corsa come non avevamo mai potuto fare precedentemente, compensando con delle uscite in mountain bike e degli allenamenti di forza mirati. Non è sempre stato facile trovare la motivazione, soprattutto perché nella prima fase delle restrizioni gli sportivi sembravano non essere visti di buon occhio e abbiamo sempre cercato di allenarci in luoghi dove non si incontrava molta gente, ma sempre nel pieno rispetto degli altri. In fondo è sembrato di fare tre mesi di campo d’allenamento che, prima o poi, ripagheranno sicuramente!”

Giulia Senese

Giulia e Ludovica Senese: “Ci manca davvero tutto: allacciarci le scarpe da corsa, l’odore del campo d’atletica dopo la pioggia, le risate sul pulmino con i compagni e persino la tensione pregara. Ci manca davvero tanto correre, eppure, nonostante le severe misure messe in atto dallo Stato italiano, ci siamo potute mantenere in movimento nel nostro cortile ed eseguire dei circuiti anche in casa. Certamente non è la stessa cosa! Il perché è connaturato nella nostra indole: facciamo sport, sudiamo, anche da soli per ore, ma alfine di poter condividere questi momenti con gli altri. Abbiamo davvero bisogno di tutte le emozioni che ci permette di vivere l’atletica”.

Nikolas e Cedric

Cedric e Nikolas Tognetti: “In questo periodo complicato ci siamo organizzati e abbiamo seguito gli allenamenti a noi inviati e praticato con fantasia altre forme di allenamento a casa: dal salire e scendere le scale, agli esercizi di potenza reattiva e coordinazione con la cordicella. Ma ci siamo divertiti molto anche a fare tanti giri in rampichino nei boschi. Svolgendo queste attività, ci siamo però resi conto che senza compagni ed allenatori presenti, l’allenamento diventava meno entusiasmante e divertente. Anche la mancanza di gare, e quindi del confronto con altri atleti e altre società, rende più difficile capire il proprio livello di forma. Comunque, nonostante gli aspetti negativi di questo periodo, abbiamo scoperto nuovi modi per organizzarci e abbiamo imparato a sfruttare al meglio il nostro tempo”.

Lucia, Caterina e Isacco

Caterina Ferrando: “Durante queste settimane gli allenatori ci hanno sempre inviato due o tre allenamenti alla settimana, che abbiamo deciso di impostare come meglio credevamo: sceglievamo dove allenarci e con chi allenarci, ma ovviamente con un gruppo che contava al massimo cinque persone. Per esempio, mio fratello ed io ci siamo messi d’accordo con una nostra amica per incontrarci una volta a settimana, mentre l’altro allenamento lo svolgevamo da soli o con i nostri genitori. Nonostante questa modalità funzioni abbastanza bene, mi mancano molto i contatti con gli allenatori e con i compagni di squadra, alcuni dei quali provengono da oltreconfine e che quindi non abbiamo nemmeno la possibilità di incontrare. È forse proprio questa la cosa più difficile è che più mi manca dell’atletica. Non si sa ancora se le gare e gli allenamenti riprenderanno, ma io spero che almeno per quest’estate si possa ricominciare a vedersi più spesso per allenarsi insieme, anche a piccoli gruppi”.

Tommaso e Lucia Ostinelli: “Da due settimane siamo finalmente tornati ad allenarci in un piccolo gruppo, quattro ragazzi e un allenatore, rispettando le distanze sociali. Facendo allenamento insieme siamo molto più stimolati rispetto ai mesi passati trascorsi ad allenarci in solitudine. Purtroppo, non essendoci gare in programma nel breve termine è anche difficile prefissarsi degli obiettivi per cui dare il massimo. D’altra parte però, in questo periodo abbiamo molto tempo libero e per questo motivo siamo disposti ad allenarci di più sfruttando l’atletica per incontrare i nostri compagni e amici.”