Un’impresa olimpica

MM – Già da lontano lo stadio olimpico di Stratford è imponente, avvicinandosi ad ogni passo ci si dimentica quasi di respirare, frastornati dall’emozione di migliaia di persone che accorrono al parco olimpico e ai pensieri che frullano vorticosi nella testa. “Siamo alle Olimpiadi! Ire sta per saltare! È tutto vero!!” Insomma, non c’è la stessa spensieratezza che si ha quando si va a vedere Irene saltare in altre occasioni. Una volta dentro lo stadio poi, vengono i brividi anche a chi sta comodamente seduto ad aspettare che il circo dell’atletica dia via al suo spettacolo, figurarsi le emozioni che prova uno sportivo che si appresta a gareggiare e il suo allenatore a bordo pista!

La gara di Irene Pusterla alle Olimpiadi è già stata commentata la scorsa settimana in lungo e in largo con abbondanti dosi di inchiostro da parte della stampa locale e di quella nazionale. Ora, a Giochi conclusi, non resta che rivivere ancora un attimo quella che è stata l’esperienza agonistica internazionale più importante della carriera della cavalletta della VIGOR. Irene Pusterla, seppur legittimamente delusa dal risultato ottenuto (e in fondo è un bene che un atleta aspiri sempre a dare il meglio di sé), può tornare a casa con la consapevolezza di aver fatto qualcosa di magnifico e unico. Tutto il lavoro svolto con il suo allenatore Andrea Salvadè negli ultimi due anni era focalizzato verso l’inseguimento di un sogno: essere in pedana a Londra il 7 agosto 2012. Dopo l’ottima stagione del 2011, durante la quale ha stabilito più volte il limite A richiesto da Swiss Olympic, Irene è riuscita in quest’annata parecchio travagliata a staccare definitivamente il biglietto per i Giochi. Si tratta di un’impresa che dal 1896, cioè da quando esistono le Olimpiadi moderne ideate da Pierre de Cubertin, è riuscita soltanto ad altri otto atleti ticinesi, soltanto a due negli ultimi vent’anni (Paolo Della Santa e Marie Polli). Insomma, farcela non riesce a molti e se si pensa che due anni fa a Barcellona Irene non entrò in finale ai Campionati europei mentre quest’anno a Helsinki si è classificata settima, non si può che augurarsi che l’appuntamento con una finale olimpica sia solo rimandato.

La sera della gara la VIGOR ha celebrato a Ligornetto la presenza di Irene e Andrea alle Olimpiadi: per una piccola società di un piccolo paese rurale del Mendrisiotto sprovvisto di impianti per la pratica dell’atletica leggera, le cui profonde radici risalgono al 1955, questo è stato un evento storico. A quel tempo, don Cesare Realini fondò la VIGOR, il cui primo presidente fu Sergio Salvadè (padre di Andrea) dove bambini e giovani si riunivano per svolgere un’attività sportiva sul selciato dell’oratorio parrocchiale, molti anni sono trascorsi così alle intemperie dell’inverno prima dell’edificazione della palestra comunale. Nel frattempo, un giovane e promettente tiratore, appassionato anche di atletica, decise di dedicare il proprio tempo libero ad allenare i ragazzi della VIGOR: è quello che fa ormai da oltre trent’anni, ogni giorno della sua vita.

Andrea Salvadè applicandosi, studiando i metodi di allenamento dei mentori dell’atletica, osservando altri atleti e i loro tecnici, ha acquisito un bagaglio impressionante di conoscenze che ha poi sperimentato con i suoi atleti. Con Marta Odun si rivelò sin dai primi anni validissimo tecnico di mezzofondo, una tradizione alla VIGOR, andando a modellare quel diamante grezzo che era la giovane Marta fino a portarla a correre quel prestigiosissimo record ticinese degli 800m, che ancora le appartiene. Insieme a lei, molte sono state le stelle in erba allenate da Andrea Salvadè, ma una decina di anni fa una ragazzina con l’aria da maschiaccio e il codino alla Roberto Baggio si presentò timidamente agli allenamenti, era Irene Pusterla. Andrea Salvadè ebbe l’accortezza di non allenare anche lei per il doppio giro di pista, ma prima la fece dedicare alla velocità e poi, negli ultimi anni, l’ha convogliata al salto in lungo e con competenza e grande preparazione tecnica l’ha portata fino a Giochi Olimpici: un magnifico coronamento per tanto lavoro svolto insieme, per una piccola società che dal 1955 si basa sul volontariato, per Andrea e per Irene, una nuova importante pagina di storia scritta.

 Vedi anche la Pagina Giochi Olimpici.

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